Croce processionale

Jacopo Filippo e Damiano da Gonzate, Parma 1524

Argento sbalzato, cesellato, a fusione, parzialmente dorato; smalto blu, cm 120×59

 

Ornata nei bracci da girali vegetali su fondo di smalto blu, ha entrambi i lati decorati per consentirne la visione durante le processioni: nel recto figura la statua del Crocifisso circondato dagli Evangelisti, effigiati in placchette alle estremità dei bracci; nel verso è la statua di San Bartolomeo tra busti di santi a bassorilievo. Ai lati del Cristo sono due angeli con gli strumenti della passione e le immagini dolenti della Vergine e di San Giovanni, poggianti su cornucopie che si dipartono dal nodo. Questo ha la forma di un’edicola a sei nicchie, in cui alloggiano statuine di apostoli e santi, alternate a colonnine su cui poggiano altre piccole statue. Completano la decorazione teste di cherubini, boccioli, sferette e pigne.

Dal punto di vista iconografico la croce si discosta dal consolidato schema di distribuzione delle figure, che prevedeva alla sommità del braccio verticale il pellicano mistico che si lacera il petto per nutrire col proprio sangue i piccoli, allusivo al Redentore che col proprio sacrificio riscatta l’umanità. Qui è invece raffigurato San Nicola, che ricorda la prima chiesa funzionante in Busseto fino al sec XIV. Anche nelle altre placchette, ad eccezione di Maria Maddalena, abituale nella terminazione inferiore, sono raffigurati santi che hanno precisi riscontri nella devozione locale, essendo titolari di chiese o di altari: a Sant’Antonio abate era dedicata la chiesa, ora scomparsa, fatta costruire nel 1428 da Orlando Pallavicino il Magnifico; a San Francesco d’Assisi è intitolato il convento annesso alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, anch’essa eretta dai Pallavicino, nel 1470-1474. La scelta di rappresentare santi della tradizione locale si riscontra anche nel nodo, ove figurano il beato Rolando de’ Medici, morto nel 1386 e sepolto a Busseto, San Girolamo cui è dedicata la chiesa della vicina villa di Frescarolo e Sant’Andrea, titolare dell’antica pieve cui la chiesa di San Bartolomeo era un tempo sottoposta.

L’occasione per cui la croce fu realizzata è ignota; qualche notizia si ha, invece, a proposito dei suoi artefici. Jacopo Filippo e Damiano da Gonzate, che la firmano, fanno parte di una dinastia di orefici di Parma documentata dal 1471 al 1550. Entrambi i fratelli, autori tra l’altro delle statue degli evangelisti per la cattedrale di Parma (1508) e responsabili della locale Zecca (1522), godettero di grande prestigio e ricoprirono cariche pubbliche: Jacopo Filippo, che operò anche a Venezia e a Roma, fu consigliere della Comunità di Parma, mentre Damiano fu tra gli Ufficiali della chiesa della Steccata. La croce è considerata uno dei più alti esempi d’oreficeria italiana della prima metà del Cinquecento e si espone esclusivamente nelle feste solenni.